Il castello di Grazzano Visconti è un fortilizio situato nell’omonima frazione del comune italiano di Vigolzone, in provincia di Piacenza.

Fu costruito nel 1395, forse sui resti di una struttura preesistente, da Giovanni Anguissola a seguito del matrimonio con Beatrice Visconti, sorella del duca di Milano Gian Galeazzo.

Nel 1414 venne concessa a Bernardo Anguissola da parte del futuro imperatore Sigismondo di Lussemburgo l’investitura sul castello di Grazzano, insieme ai vicini castelli di Riva e Montesanto e ai villaggi di Carmiano e Ponte Albarola. Nonostante l’atto imperiale, l’Anguissola, a causa dell’ostilità della nobiltà piacentina, non riuscì a imporre il suo potere sulla zona fino al 1438 quando il duca di Milano Filippo Maria Visconti aggiunse ai diritti concessi da Sigismondo anche il diritto di regalie, con la “potestà di coltello” e concesse l’indipendenza dalla giurisdizione del comune di Piacenza. Nonostante altre lotte e controversie negli anni successivi, nel 1459 fu il duca Francesco Sforza a confermare la proprietà del feudo agli Anguissola, nella persona di Giovanni Anguissola.

Nel 1521 Grazzano venne raso al suolo e incendiato da parte delle truppe francesi guidate dal condottiero Lautrec che aveva avuto il comando di assaltare tutti i fortilizi alleati della famiglia Scotti, la quale aveva una parte attiva nelle lotte contro i francesi, nonostante la resistenza delle truppe fedeli al conte Francesco Anguissola. Nel 1526 Grazzano fu assaltata da parte dei lanzichenecchi.

Nel 1547 il castello ospitò gli incontri che portarono alla congiura culminata con l’uccisione del duca Pier Luigi Farnese da parte di Giovanni Anguissola di Grazzano. Dopo essere riparato in esilio, con il ruolo di funzionario dell’imperatore Carlo V, nel 1576 Giovanni Anguissola, che aveva riottenuto la proprietà del castello che gli era stata inizialmente confiscata, cedette l’edificio e tutti i diritti legati al feudo ai cugini Teodosio e Alessandro Anguissola, membri del ramo di Vigolzone, Folignano e San Polo della famiglia Anguissola. Nel 1599 il feudo grazzanese venne elevato a marchesato ad opera dei duchi Farnese.

Negli ultimi anni del XIX secolo gran parte del castello era in rovina: alcuni percorsi di camminamento e alcune logge erano pericolanti e, nel complesso, la stabilità dell’intero edificio risultava compromessa. Inoltre, nei pressi del castello, erano sorti umili edifici e stalle occupate da contadini locali.

Rimase proprietà della famiglia Anguissola fino alla morte senza eredi del conte Filippo, avvenuta nel 1870, in seguito alla quale passò alla moglie Francesca Visconti dalla quale pervenne, nel 1883, al nipote Guido Visconti di Modrone.

All’inizio del XX secolo Giuseppe Visconti di Modrone, figlio di Guido, concepì un ampio progetto di riqualificazione dell’area volto al recupero delle condizioni di stabilità dell’edificio, alla ridefinizione di parecchie sue caratteristiche e alla costruzione di un borgo fortificato in stile neogotico e rinascimentale situato nei pressi del castello, in sostituzione degli edifici rurali che erano sorti nel tempo. Il duca affidò il progetto della ristrutturazione del castello e della costruzione del borgo all’architetto Alfredo Campanini.

Nel 1937 Giuseppe Visconti di Modrone ottenne da parte del re Vittorio Emanuele III il titolo di duca di Grazzano Visconti.

Nel 1986 Grazzano ottenne il titolo di città d’arte dalla regione Emilia-Romagna.

Struttura

Il fortilizio medievale presenta una pianta quadrangolare con torri poste sui quattro angoli, due delle quali di forma cilindrica e due di forma quadrata. Edificato in pietra e laterizio, l’alternanza dei due materiali è sfruttata in chiave decorativa con l’alternanza di fasce e l’uso di profili in cotto su fondo in pietra. Gli edifici costituiscono tre lati del complesso, mentre il quarto è chiuso da un muraglione merlato; all’interno si trova una corte di forma quadrata dotata di portici. Il castello è circondato da un fossato: l’ingresso era originariamente consentito tramite un ponte levatoio, sostituito nel 1689 e di cui rimangono alcune tracce.

L’edificio ha subito un pesante rimaneggiamento durante i lavori effettuati all’inizio del novecento per opera di Giuseppe Visconti di Modrone: in origine esso presentava tre torri rotonde e una quadrata delle quali una sola era dotata di merlatura e che erano caratterizzate da un’altezza diversa rispetto all’aspetto novecentesco. Inoltre, il castello si sviluppava su due piani anziché i tre sui quali si sviluppa a seguito degli interventi di modifica.