Tavolara è un’isola di 5,9 km² della Sardegna nord-orientale, parte del comune di Olbia, in Provincia di Sassari, nella subregione della Gallura.

Ricca di storia e leggende antiche e moderne, quest’isola dalla singolarissima conformazione si propone sulla scena della mitologia classica per rappresentare la nave dei Feaci pietrificata da Poseidone, col suo timone rivolto verso il mare aperto, rea di avere ricondotto Ulisse in patria.

L’isola si presenta come un maestoso massiccio calcareo a picco sul mare, di forma grossomodo rettangolare, lungo circa 6 km e largo 1 km; poggia su un substrato roccioso granitico che emerge chiaramente in alcune parti; raggiunge una quota massima di 565 metri s.l.m. e alle estremità presenta due capi più facilmente accessibili. Il capo sul lato ovest dell’isola (Spalmatore di Terra) è rivolto verso Loiri Porto San Paolo e accoglie gli scarsi insediamenti civili sull’isola e le più belle spiagge. Vi sono stati ricavati anche degli approdi per piccole imbarcazioni, che collegano l’isola con il porto di Loiri Porto San Paolo. Il capo sul lato est, rivolto verso il mar Tirreno, è costituito dalla punta Timone, che divide due piccole baie (rispettivamente esposte a NW e SE). Ospita, oltre ad un faro di segnalazione marittima, una base militare NATO, gestita dalla Marina Militare, destinata alle telecomunicazioni terrestri a lunghissimo raggio e bassissima frequenza. Le relative tre antenne, alte più di duecento metri, sono facilmente visibili anche a distanza. Nei pressi di Punta del Papa si osserva un maestoso arco naturale sopra il quale si trovano i ruderi del vecchio faro, abbandonato perché costruito troppo in alto e spesso occultato dalla coltre di nuvole. L’isola è attraversata da una piccola strada militare, con ampi tratti in galleria, che collega la base militare ad un molo di approdo sul lato ovest dell’isola, utilizzato quando le condizioni meteomarine rendono difficile l’approdo nel porticciolo annesso alla base militare.

Quest’isola selvaggia e incontaminata fa parte dell’Area Marina Protetta di Tavolara e Capo Coda Cavallo e offre fondali incontaminati e riparo per la nidificazione di numerose specie di uccelli marini. Tra questi, unica al mondo per importanza quantitativa la popolazione di berta minore (Puffinus yelkouan, nome locale “tampesca”): Tavolara ospita più di metà della popolazione mondiale di questa specie. Di abitudini notturne, questo uccello marino nidifica ogni anno, a partire da marzo, entro tane sotterranee dal livello del mare fino alle più alte quote, e abbandona la zona in estate per spostarsi verso l’Egeo e il Mar Nero. Però gran parte delle uova deposte a Tavolara vengono predate dai ratti, sui quali sono in corso progetti di contenimento.

La leggenda del “regno di Tavolara”

In epoca antica, sull’isola furono esercitati i diritti feudali goduti dall’omonima famiglia Tavolara, la quale successivamente abbandonò il possesso dell’isola a causa della posizione e delle difficoltà connesse al suo utilizzo.

Sul finire del Settecento, Giuseppe Bertoleoni (di origine corso-genovese) giunse in prossimità dell’arcipelago di La Maddalena, costeggiando la Corsica, a bordo di una piccola nave da diporto proveniente da Genova, in cerca di una terra in cui abitare; si stabilì dapprima sull’isolotto di Spargi, poi si spostò più a sud, sulla piccola isola di Mortorio, ma, spinto dalla ricerca di un’isola più generosa e ospitale, navigando ancora verso sud, raggiunse nel 1806 l’isola disabitata di Tavolara. Qui si stabilì con la famiglia, dedicandosi all’allevamento delle capre selvatiche, assai numerose sul territorio e caratterizzate da una particolare colorazione dorata della dentatura, causata dall’alimentazione.

Nel 1836 il re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, di passaggio per quei luoghi (si stava recando a caccia), notò l’isoletta sconosciuta: chiese pertanto informazioni ai suoi marinai, ma, non ottenendo risposte sufficienti, decise di approdarvi. Presentatosi ai residenti come il re di Sardegna, sembra che Giuseppe Bertoleoni, circondato dalle capre dai denti dorati, forse convinto che colui che aveva di fronte gli stesse giocando uno scherzo, abbia risposto: “E io sono il re di Tavolara!”.

Bandiera del regno di Tavolara

Carlo Alberto avrebbe soggiornato presso di lui per una settimana e, congedandosi, gli diede in dono un orologio d’oro e – secondo i Bertoleoni – diede il consenso a riconoscere l’indipendenza di Tavolara: non molto tempo dopo risulterebbe essere arrivata, infatti, alla prefettura di Sassari, una pergamena reale, firmata dal re, in cui Giuseppe e i suoi eredi venivano infeudati – non, quindi, riconosciuti come Stato sovrano – di Tavolara. Di ciò, tuttavia, resta la sola testimonianza verbale della famiglia, in quanto la casata Bertoleoni non figura negli elenchi nobiliari ufficiali del Regno d’Italia. Di conseguenza la sua nobiltà non risulta legalmente riconosciuta nel periodo monarchico.

Tomba della famiglia reale

Nel frattempo a Giuseppe Bertoleoni “succedette” il figlio Paolo, detto Polo, che si proclamò “re” col nome di Paolo I, sposò una donna sarda, Pasqua Favale, e da lei ebbe il figlio Carlo (I). A detta di quest’ultimo, l’isola fu visitata nel 1896 da inviati della regina Vittoria del Regno Unito, a bordo nella nave “Vulcan”, che avrebbe tacitamente riconosciuto l’esistenza del minuscolo “regno”. In una fotografia in cui al centro appare Carlo I circondato da parenti collaterali, scattata sul ponte della nave, si può notare la scritta “Vulcan” sulla cintura della giovane in primo piano. I Bertoleoni narrano che in una sala di Buckingham Palace, a Londra, sia conservata la foto della “famiglia reale” di Tavolara, all’interno della collezione di ritratti delle dinastie regnanti di tutta la terra, con la dicitura: «La famiglia reale di Tavolara, nel golfo di Terranova Pausania, il più piccolo regno del mondo». “Di fatto”, l’isola entrò a far parte del territorio del Regno d’Italia, all’atto della proclamazione di quest’ultimo, il 17 marzo 1861.

Va infine osservato che ai Bertoleoni appartengono solo alcune piccole case nello spalmatore di terra e due ristoranti autorizzati con licenza dal comune di Olbia, mentre il resto dell’isola è stato concesso dall’Italia alla NATO come servitù militare o è di proprietà della famiglia veneto-romana dei Marzano.

I Bertoleoni sono sepolti a Tavolara nel piccolo cimitero di Spalmatore di Terra, dove riposa anche lo storico Girolamo Sotgiu.

L’ultimo discendente della famiglia, Tonino Bertoleoni, si attribuisce il titolo di re di Tavolara.